L’insostenibile scelta dei biodigestori per trattare i rifiuti organici di Roma Capitale

Commento all'audizione in Commissione Ambiente del 09.02.2022

di Massimo Piras

COMUNICATO STAMPA del 8 febbraio 2022 sull’audizione presso la commissione ambiente capitolina sulla insostenibile scelta verso i biodigestori per trattare i rifiuti organici di Roma Capitale

In relazione agli annunci reiterati nelle settimane scorse dell’assessore Sabrina Alfonsi è stata richiesta dal Movimento Legge Rifiuti Zero una audizione pubblica in videoconferenza al presidente della commissione ambiente capitolina Giammarco Palmieri sul nostro Programma di economia circolare per Roma Capitale redatto nel 2020. https://deliberiamoroma.it/wp-content/uploads/2022/10/Documento-sulla-frazione-organica-aerobico-vs-anaerobico-finale.pdf

La delegazione tecnica del Movimento Legge Rifiuti Zero per l’economia circolare e del Comitato Deliberiamo Roma ha illustrato con una presentazione con slide ha presentato un modello di gestione sostenibile basato per la frazione organica differenziata sul compostaggio aerobico di piccola e media scala. Ma insieme abbiamo espresso anche il profondo disaccordo con i due annunciati “digestori anaerobici” che risultano pesantemente inquinanti oltre ad essere scelte in totale contrasto con l’indirizzo europeo e del Programma ambientale ONU del 2020 sul contrasto ai cambiamenti climatici in atto, che chiede il taglio netto del 45% delle emissioni di metano entro il 2030! https://wedocs.unep.org/bitstream/handle/20.500.11822/35917/GMA_ES.pdf

Ricordiamo che dal 2020 in Italia si possono finanziare con fondi europei come il PNRR, oltre ai progetti di riduzione dei rifiuti, soltanto i processi di trattamento rifiuti basati sul riutilizzo, sulla raccolta differenziata e sul riciclaggio che insieme sono stati definiti nella fase di “recupero di materia”.

La nostra posizione di contrasto alla digestione anaerobica è motivata già dal 2018 sulla base delle nuove norme sull’economia circolare, in particolare l’articolo 205 bis del D. Lgs. 152/2006 modificato nel 2020 in base alle norme recepite, che escludono che i rifiuti organici utilizzati per produrre combustibili possono essere calcolati come riciclaggio o economia circolare.

Quindi il ricorso ad una tecnologia che punta di fatto al solo “recupero di energia” dai rifiuti organici, per produrre biogas composto al 60% di metano quindi da purificare per poter immettere in rete il biometano al 97%, eliminando il 40% di gas come anidride carbonica – anidride solforosa – ammoniaca, non solo è fuori dall’economia circolare e dai fondi europei ma anche dal PNRR.

Pertanto sulla base di considerazioni tecnico-scientifiche in primis sui danni prodotti dalle emissioni del gas metano, sia in fase di produzione ma soprattutto in fase di immissione in rete, è stato reso noto che la rete italiana del gas metano ha tuttora perdite fuggitive pari a quasi il 20%, dato del 2020 della European Environment Agency  https://www.eea.europa.eu/publications/european-union-greenhouse-gas-inventory-2020 .

Inoltre un enorme problema è causato dallo scarto di produzione dei digestori anaerobici, che a valle dell’estrazione del biogas hanno una enorme massa di una sorta di “fango” detto “digestato” che essendo un rifiuto speciale dovrebbe andare in discarica con costi molto elevati. Invece si sceglie di cercare di eliminare i composti ammoniacali presenti attraverso il compostaggio aerobico, che data la pessima natura chimica del digestato non può produrre che un “compost” fuori specifica che non può essere utilizzato in agricoltura. Tale situazione si è verificata negli impianti di digestione anaerobica della SESA di Este e della Bioman di Pordenone in cui AMA tuttora esporta da dieci anni i rifiuti organici.

Infatti si sceglie di affittare terreni da privati per spandere sui campi questo “falso compost”, spesso nemmeno maturato per i 70 giorni previsti dalle normative, con mezzi atti ad un rapido interramento per mascherare i fortissimi odori oltre che la composizione tossica che di fatto avvelena i campi in cui è stato interrato. https://www.trevisotoday.it/cronaca/udine-noe-indagine-de-luca-8-febbraio-2022.html

Il presidente Palmieri ed i membri della commissione che sono intervenuti (Europa verde – Fratelli d’Italia – lista civica ecologista – M5S) si sono dichiarati favorevoli alla nostra visione strategica ed alternativa ed il presidente ha preso impegno a nome di tutta la commissione a rilanciare la nostra ex proposta di deliberazione di iniziativa popolare n. 104/2020 rispetto al decentramento di nuove funzioni ai Municipi sul ciclo dei rifiuti, al decentramento organizzativo di personale e mezzi dell’azienda AMA spa nei quindici Municipi ed alle linee di indirizzo impiantistiche da noi esposte.

Abbiamo preso atto delle dichiarazioni di convergenza anche rispetto all’attuazione di un nuovo percorso partecipativo civico, già previsto dalla deliberazione 129/2014 rimasta inattuata e da noi ribadito con la proposta 104/2020, con l’istituzione di un tavolo permanente di confronto tra il nostro Movimento e l’amministrazione capitolina sui vari aspetti ambientali – normativi – tecnologici – sanitari – sociali che sono strettamente connessi con le scelte da mettere in campo.

A fronte di queste prime dichiarazioni, di cui aspettiamo di vedere la formalizzazione in atti concreti, restiamo quindi in attesa di una inversione di rotta da parte del sindaco Gualtieri sulle decisioni annunciate in merito alla richiesta di AMA per due nuovi impianti di bio-digestione per produrre il combustibile biogas/biometano dalla frazione organica differenziata.

Abbiamo ribadito invece che per l’organico l’unica tecnologia sostenibile per Roma resta il compostaggio aerobico di piccola e media scala diffuso su base municipale. Dato che è prevista tale opzione per il compostaggio aerobico anche nel bando PNRR in scadenza, che ha costi pari a circa un terzo rispetto ai digestori anaerobici ed un impatto quasi zero dal punto di vista ambientale, ci chiediamo quale sia la vera motivazione del sindaco Gualtieri per puntare una scelta così devastante come due megaimpianti industriali di digestione anaerobica di almeno 100.000 tonnellate annue di cui nella Valle Galeria.

Abbiamo chiarito con la commissione che tali scelte peseranno per i prossimi 15 anni sul destino di Roma e che non possiamo certo condividere la motivazione di urgenza data dalla scadenza dei bandi del PNRR, che del resto prevedono di poter scegliere tra le due tecnologie citate.

Annunciamo pertanto il deposito di una diffida specifica a presentare domanda di utilizzo dei fondi PNRR per i due impianti di digestione anaerobica, utilizzando i progetti di impianti di compostaggio di cui è già avviato l’iter nei siti di Cesano e Casal Selce, di cui chiediamo la riduzione della capacità a 30.000 tonnellate annue per metterli a servizio del Municipio di riferimento.

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