Gualtieri punta all’incenerimento ma non risolve affatto né la situazione sulla raccolta né il trattamento della frazione umida.

COMUNICATO STAMPA del 16 giugno 2022

Mentre il sindaco di Roma è in attesa dei da noi temuti “poteri speciali” sulla gestione rifiuti da parte del parlamento che prevederebbero addirittura, in totale contrasto con il Piano Rifiuti Regionale i poteri autorizzativi autonomi per un mega-inceneritore a Roma, la situazione si è decisamente aggravata ieri con l’incendio dell’impianto TMB di Malagrotta che tuttora assicurava il trattamento di circa il 40% dei rifiuti indifferenziati romani.

Probabilmente questo ennesimo drammatico episodio potrebbe portare alla dichiarazione dello stato di emergenza da parte del governatore Zingaretti, che è l’anello tuttora mancante per motivare scelte impiantistiche futuribili che vanno nel senso opposto alle norme europee ed italiane sulla gerarchia di trattamento dei rifiuti urbani.
Gualtieri è oggi davanti alla necessità di dare risposte certe e concrete ai romani, ad iniziare dal nodo della radicale riorganizzazione di AMA e/o ricorrere ad attivare soggetti industriali a supporto di attività parallele e/o alternative di raccolta differenziata, peraltro possibili per efficientare la raccolta dei rifiuti. Quindi dovrebbe anche procedere a realizzare l’impiantistica possibile in tempi rapidi, quindi non mega impianti di biogas o mega inceneritori, bensì impianti di compostaggio della frazione umida e di riciclaggio della frazione inorganica entro le 36.000 tonnellate annue che sono già da tempo autorizzabili dalla Città Metropolitana Roma Capitale stessa.

Ma il potenziamento della raccolta differenziata sino al 65% non va certo nello stesso senso della previsione di un mega inceneritore da 600.000 tonnellate annue, che dovrebbe essere alimentato con una massa enorme di “rifiuti indifferenziati” almeno per venti anni a partire dalla sua entrata in esercizio …. prevedibile forse tra almeno cinque anni!!

A tale proposito non possiamo non denunciare la pesante responsabilità della giunta Gualtieri in merito alla mancata realizzazione dei due impianti di compostaggio aerobico con capacità di 50.000 tonnellate annue cadauno, di cui AMA detiene già dal 2020 le autorizzazioni dalla Regione Lazio e che avrebbero potuto godere senza alcun problema del finanziamento europeo tramite PNRR. La decisione di ignorare questa opportunità e procedere in tempi brevi a dotare la capitale di questi due impianti avrebbe risolto almeno circa il 50% del trattamento delle 200.000 tonnellate annue di frazione umida che ora viene inviata a Padova e Por

denone al costo stratosferico di oltre 170 euro a tonnellata.
Invece a metà dicembre Gualtieri decide con la deliberazione di Giunta capitolina n. 323/2021 di azzerare un percorso autorizzativo già completato per avviare, ripartendo da zero una nuova e diversa progettazione negli stessi siti per due impianti industriali del tutto diversi. Impianto di produzione di biogas/biometano dalla frazione organica differenziata da 100.000 tonnellate annue cadauno, di cui a nostro avviso non ricorrono affatto i presupposti di poter essere finanziati con il bando emesso dal ministero per l’economia circolare che non prevede affatto il finanziamento ad impianti di produzione di combustibili come il biogas/biometano.

Inoltre le dichiarazioni dal sindaco Gualtieri sul nuovo mega inceneritore, in assenza della esecuzione di una nuova procedura di V.A.S. – Valutazione Ambientale Strategica nazionale da parte del Ministero della transizione ecologica, risultano del tutto illegittime alla luce dell’accoglimento da parte del TAR Lazio del nostro ricorso di ottemperanza con sentenza n. 4987 del 26 aprile 2022 che di fatto annulla il decreto attuativo del 2016 del governo Renzi e rinvia al governo attuale l’avvio di una Valutazione Ambientale Strategica sulle effettive necessità impiantistiche nazionali per il riciclo – recupero – smaltimento dei rifiuti urbani …. Roma compresa.

Per non parlare di tutto ciò che comporterebbe in termini di salute pubblica per Roma le emissioni in atmosfera di una enorme quantità di gas e di polveri ultrasottili PM da 2,5 a 0,1 che veicolano centinaia di composti tossici prodotti dalla combustione e dalla ricombinazione secondaria (diossine – furani – pcb – IPA), composti cancerogeni e mutageni per l’uomo ed in particolare per le donne in gravidanza e per i bambini. Una scelta pessima per la salute dei romani, che comunque da anni respirano un’aria di pessima qualità pari a quella della Valle Padana tra le peggiori in Europa.

Pertanto, l’annuncio del sindaco Gualtieri rispetto ad un nuovo inceneritore per Roma riteniamo sia solo l’ennesimo tentativo di prendere tempo, anche se questa tattica di continui annunci non supportati da un Piano industriale sostenibile ed in linea con le recenti normative europee risulta particolarmente grave ed inaccettabile da chi si è proposto con un programma di “sostenibilità ed economia verde”…

A tale proposito rialleghiamo il nostro Piano di economia circolare per Roma, che l’attuale assessore Alfonsi condivideva con noi sino al 2020, che prevede un programma di decentramento di poteri ai Municipi – di decentramento di AMA nei Municipi ed un Piano industriale che con una spesa di circa 300 milioni di euro complessivi (da aggiornare ai prezzi attuali) prevede la dotazione impiantistica romana per i centri di riuso e le isole ecologiche – le tredici piattaforme integrate per il riciclo – il compostaggio – il recupero di materia e lo smaltimento in piccole discariche di materiali inerti residui poste intorno al GRA ma lontano dai centri abitati.

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